Rimini | Appello delle categorie: Salviamo l'aeroporto
Le firme in calce sono di Aia, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Lega Coop. Il succo ha il sapore di un appello al tribunale di Rimini, in vista dell'udienza del 24 ottobre, in favore dell'aeroporto di Rimini per cui la procedura di concordato accettata dal tribunale è invece rimessa in discussione dalla relazione del commissario giudiziale. "C’è un ambito giudiziario dove le indagini devono fare il loro corso e dove le parti in atto porteranno ciascuna le proprie ragioni", spiegano le associazioni. "E c’è - aggiungono subito dopo - un ambito più vasto, che riguarda tutti e dove non c’è più tempo".
Basta parole, dicono le associazioni. "Rimini, il suo tessuto socio-economico, si trova oggi davanti a uno snodo drammatico: l’ipotesi realistica di fallimento del proprio aeroporto. Non è questione che riguardi pochi diretti interessati. Nel caso nefasto di cessazione dell’attività da parte dello scalo aeroportuale, l’economia riminese subirebbe un colpo terribile, difficile da gestire. Non può essere solo un esercizio verbale, stanco e uguale a tanti altri, riaffermare con voce determinata l’importanza degli 800 milioni di euro annui di indotto (il 10% del pil provinciale), il sostegno ad arrivi e presenze turistiche altrimenti in stagnazione, il benessere di centinaia di piccole e medie imprese e migliaia di famiglie che lì vi lavorano, garantiti dall’aeroporto ‘Federico Fellini’. Questi sono numeri e fatti dietro ai quali ci sono persone, occupazione, welfare, dignità di vita. Privata da questa infrastruttura strategica, Rimini e l’intera sua comunità si troverebbero mutilate irrimediabilmente di una delle possibilità più importanti di ripresa e sviluppo".
Le associazioni ricordano, facendole un po' loro, le parole in campagna elettorale del deputato del Pdl Sergio Pizzolante, alle scorse politiche. "C’è chi ha detto che, fatte le debite proporzioni, lo scalo di Miramare ha per la nostra economia la medesima importanza che l’Ilva ha per Taranto e la siderurgia italiana. E’ vero. Ed è per questo che chi, in questa fase, ha potere decisionale è auspicabile sia ispirato da prudenza e moderazione. Se un Governo e uno Stato intero stanno facendo ogni cosa in loro potere nel tentativo di garantire la sopravvivenza di una grande industria del Sud, lo stesso atteggiamento e lo stesso approccio dovrebbe orientare l’opera di coloro i quali hanno un qualsiasi ruolo nella vicenda".
Se, dicono le associazioni, "il percorso giudiziario e legale intrapreso da Aeradria sia orientato verso l’unico scopo di garantire quella continuità aziendale che eviterebbe non tanto e non solo per lo scalo ma per parte dell'economia locale "un sicuro baratro", allora l'appello "a chi tra pochi giorni dovrà decidere su Aeradria va dunque nella direzione di interpretare e seguire lo spirito delle leggi e delle norme, con la volontà costruttiva di voler approfondire la ragioni per cui la società sta compiendo ogni passo possibile per emendare gli errori e rilanciare su se stessa a favore di un territorio, dei suoi cittadini, delle sue imprese, del suo futuro".